Aspetteremo gennaio, o
febbraio, per iniziare a potare.
Ora spazio alla modifica
delle etichette, a tanti assaggi, alle pubbliche relazioni.
A tutto quello che
durante il resto dell'anno si riesce a fare con difficoltà, insomma.
Bella l'alternanza delle stagioni.
Più in generale spazio
al confronto con il resto del mondo; alle chiacchiere e ai confronti
con i colleghi, ad esempio. S'impara un sacco ed è una delle cose
più belle e istruttive che un vignaiolo possa fare. Poi si fa anche
un po' di vacanza (altra cosa tra le più belle e istruttive che un
vignaiolo possa fare, sia che si vada o meno in vacanza per cantine e
vigneti) e di riflessione, a pensare a quel che è stato e a quel che
sarà.
S'imposta il lavoro per
l'anno nuovo. Che poi in realtà è un continuo impostare il lavoro
per il futuro, tutto l'anno. Adesso con questo, poi tra qualche
settimana con la potatura, in primavera con i trattamenti e il
contenimento delle malattie fitosanitarie, la vendemmia ecc ecc, è
tutto un lavoro d'impostazione di ciò che sarà e verrà negli anni.
Ora comunque è la fase
in cui ci si ferma un attimo, ed a volte c'è persino il rischio di
fantasticare, in questo attimo (ogni tanto bisogna pure fantasticare
un po', poco, ma un po' sì, può essere salutare).
Un vino racconta una
stagione, un luogo, un vignaiolo (due, nel nostro caso), non vediamo
l'ora di assaggiare con voi i nuovi vini. Di farvi ascoltare i nuovi
racconti.
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